Marzabotto
(basato su testimonianze documentali e popolari)
   
testo di:
Carlo Lucarelli
e
Matteo Belli

musiche:
Paolo Vivaldi

diretto e
interpretato da:

Matteo Belli

aiuto regia:
Katia Pietrobelli


scena, luci
e fonica:

Luigi Sermann

collaborazione
ai costumi:

Ileana Colognesi

organizzazione:
Maurizio Sangirardi

progetto grafico:
Mirella Pagin

Uno dei più terribili eccidi della seconda guerra mondiale e dell’intero Novecento viene riletto alla luce del destino storico che l’evento ha subito dopo la fine del conflitto, in un iter giudiziario che pare abbia voluto “insabbiare” le indagini sulle responsabilità degli autori, nel rispetto di nuovi equilibri geopolitici che l’Europa andava maturando dalla Ricostruzione in poi.

Nell’epoca in cui la Germania, riarmandosi, entrava a pieno titolo nello scenario dei Paesi della Nato nel 1955, alcune magistrature e governi europei ritennero “sconveniente” riaprire casi di assoluto imbarazzo internazionale che sono rimasti così sepolti negli archivi, alcuni dei quali trasformati, col passare del tempo, in veri e propri depositi dell’oblio; e del resto, se la Germania avesse dovuto pagare i propri errori perché non avrebbero dovuto farlo anche altri Paesi, come l’Italia, che dalle campagne militari in Grecia, in Etiopia e in Montenegro, ad esempio, non era certo uscita senza macchie e conti da saldare?

In un armadio, nascosto con le ante contro il muro, in fondo a un corridoio della Procura militare di Roma, è rimasto occultato, fino al 1994, il fascicolo numero 1937. Seguendo le tracce di documenti e testimonianze personali, la narrazione procede nel racconto del massacro compiuto da più formazioni tedesche e orientali, che dal 29 settembre al 5 ottobre del 1944 trucidarono, nei dintorni di Marzabotto, settecentosettanta civili, ma prosegue anche in una storia di silenzi e omissioni processuali che giunge sino ai giorni nostri e testimonia, ancora una volta, come il ruolo della memoria sia forse uno dei pochi strumenti che permette di dare voce a chi voce non ce l’ha e di trasmetterne il senso del sacrificio alle nuove generazioni e a quelle che verranno.

Uno spettacolo che intende offrire una chiave d’interpretazione scenica mai dimentica del ruolo creativo di un Teatro di narrazione che non sia solo nozionistico, ma anche rivelatorio di significati inediti, iscritti nella filigrana di quei codici della realtà, che il linguaggio artistico può rendere meglio leggibili ai sensi dello spettatore.

Un ringraziamento particolare a Loris Lepri e Germano Maccioni per il fim-documentario “Lo stato d’eccezione” e, per le loro testimonianze, a Salvina Astrali, Walter Cardi, Renato Clerici, Maria Dani, Caterina Fornasini, Ferruccio Laffi, Gianfranco Lorenzini, Cornelia Paselli, Fernando Piretti, Elide Ruggeri, Lucia Sabbioni.

durata: 90 minuti

Prodotto da:

Associazione Culturale
Ca' Rossa / Centro Teatrale per l'Oralità

con il contributo di:

Regione
Emilia-Romagna

Assessorato alla Cultura della Provincia di Bologna

Comunità Montana
Cinque Valli Bolognesi

Teatro Consorziale di Budrio

     
scheda
_-tecnica:

Spazio scenico:
dimensioni minime palcoscenico 6 x 8 m. con quintatura nera prospettica all'italiana.
Nel caso di spazi all’aperto è indispensabile la presenza di una quinta di sforo a circa 1,50 m. dal fondo palco, lato sinistro, dietro cui posizionare anche la scaletta di accesso al palco stesso.

Durante lo spettacolo si utilizzeranno fiamme libere:
n° 1 sigaretta accesa con 1 cerino e subito spenta in un posacenere con acqua.

Direttore tecnico: Luigi Sermann
Cell.: +39 393 9844510
web site: www.mann74.com
email: mann74@tele2.it

Impianto luci:
n° 6 P/C 1000 W completi di telai gelatine e bandiere
n° 2 P/C 2000 W completi di telai gelatina
n° 3 PAR 64 CP 60 neri
n° 2 sagomatori tipo ETC 575
dimmer 18 ch. 2,5 kW
mixer 18 (24) ch. doppia scena
caveria adeguata alle necessità dello spazio (sono da comprendere in fornitura almeno 4 sdoppi CEE 16A S/P).

Nel caso non sia possibile posizionare i PAR a pioggia (vedi pianta allegata) sono da sostituire con altrettanti PAR 56 neri da posizionare a terra nella medesima posizione.

Impianto fonica:
mixer 4 + 4 ch. con ingresso effetti e aux e buona sezione di equalizzazione;
Sezione effetti (riverbero) tipo Lexicon o similare;
N° 1 microfono a filo tipo Neumann
N° 2 casse spia;
Casse e caveria adeguate alla sala.

Regia luci e fonica sono da posizionarsi in fondo platea, possibilmente in posizione centrale.

durata: 90 minuti

   
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