Un omaggio al Teatro di Cabaret, ai generi di una
forma di espressione scenica nobile ed antica, che l'autore ed interprete
visita con l'affetto ed il rispetto che si deve a tutti i grandi vecchi
arteriosclerotici, che non sempre ricordano la propria passata maestria.
Si parte dall'io narrante (o, meglio, tu generico) del monologo d'apertura,
per seguire con la novella d'ascendenza medioevale, transitando quindi
per la mimopoesia si giunge ad un brano di narrazione in chiave di triste
barzelletta e, senza dimenticare la forma canzone si approda, in sottofinale,
ad uno studio sull'affabulazione giullaresca, scandita dai ritmi del
grammelot, la tecnica puramente teatrale che imita le lingue senza parlarle;
infine, breve congedo epico in forma di filastrocca.
Questo spettacolo è dedicato a Walter Chiari, a Paolo Panelli
e a tutti coloro che ci hanno fatto ridere da bambini e, forse per primi,
ci hanno insegnato ad amare questo mestiere, dovunque e per chiunque
sia fatto, con affetto e con rispetto. •
durata:
75 minuti
•
scheda
_-tecnica:
Spazio scenico: • palcoscenico
visione frontale, dimensioni minime 6 x 6 m.,
con quintatura nera prospettica all'italiana, •
si
richiede ove possibile la presenza di un pianoforte in scena.
Impianto luci: • n°
1 piazzato di 6/8 P/C 1000W •
eventuali
altri P/C per effetti da studiare per la sala •
caveria,
mixer e dimmer adeguati alle necessità
Impianto fonica: • mixer
4 + 4 Ch. con ingresso effetti e aux. •
lettore
CD •
casse
e caveria adeguate alla sala