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| DALLA 
         RASSEGNA STAMPA |  | |
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| • 2008 | Ernesto Schoo LA NACION BUENOS AIRES ARGENTINA 16/03/2008 | “Un 
        abbagliante lavoro attoriale.”  Voto: Eccellente “Belli, attore prodigioso, trasformandosi alternativamente in Dante, nella sua guida spettrale, Virgilio, e nei più vari personaggi, propone quel viaggio in chiave umoristica, senza evitare di diventare serio (e molto serio) quando la situazione lo richiede. Così, mentre docenti di vario assortimento opprimono gli alunni con il disprezzo e l’arroganza e le loro vittime ricorrono a tutte le marachelle che gli vengono in mente per resistere e mascherare le proprie carenze, si apre davanti allo spettatore – tra l’attonito e l’affascinato (né si notano le quasi due ore di durata) – il panorama accecante di questa Summa della sensibilità, delle conoscenze, dei costumi, delle altezze e degli abissi della società medievale, che è qui specchio di tutta la comunità umana. […] Una colossale ovazione, certamente molto meritata, ha salutato la sera del debutto questo spettacolo tanto originale e tanto divertente. Forse, qualche spettatore entusiasmato si deciderà a leggere, una volta per tutte e con il ricordo del rifacimento di Belli, il testo immortale: sarebbe la felice conseguenza di questa nobile impresa.” | 
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| • 2007 | Massimo Marino IL CORRIERE DI BOLOGNA 8/11/2007 | “Sembra 
        impossibile che un uomo solo sia quell’orchestra di voci, rauche, 
        acute, indifese, aggressive, infernali.  Che un solo corpo sia così di gomma da mutarsi da curvo servo della gleba in vacuo cavaliere con uno scatto, un ergersi, un rammollire la tensione dei fianchi. Matteo Belli trascina nel mondo iperbolico dei giullari medievali: in filastrocche, scilinguagnoli, contrasti che annunciano già il teatro, imitazioni laiche della Passione di Cristo per giustificare il contastorie sottoposto a processo dai potenti.” | 
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| Elisa 
        Albertini | “Scopo 
        di questa messinscena è stato quello di riportare e ricreare la 
        musicalità della terzina dantesca in endecasillabi e di evocare 
        tutta l’immediatezza e la vitalità di questi versi, scelti 
        tra i canti più famosi e più teatrali. Uno spettacolo molto 
        apprezzato in cui l’attore bolognese dimostra tutta la sua esperienza 
        e bravura passando dal mimo ai cambi di registro senza trascurare la sua 
        arte giullaresca nell’interpretazione di vari personaggi.” | |
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| • 2005 | Gómez 
      Orts LA VERDAD, ELCHE, SPAGNA 26/10/2005 | “L'artista 
        italiano ha dato sfoggio di doti straordinarie fra il mimo, la vocalizzazione 
        e la rappresentazione dei personaggi, con un lavoro realmente spossante 
        che ha portato a termine nell'arco di circa un'ora e mezza ininterrotta." | 
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| Paola 
        Azzolini L’ARENA | “Ascoltando 
        in un emozionato e commosso silenzio il suo Concerto per voce sola, ‘Il 
        suono del paesaggio’, un percorso rapido e intenso per due secoli 
        di poesia italiana, da Foscolo a Zanzotto, (…) Matteo Belli poteva 
        evocare il fantasma scenico, così potente, del suo maestro, Carmelo 
        Bene.  Ma Belli, che pure molto ha imparato da Bene, della grande scuola del maestro fa una sua rivisitazione meno tesa a scandalizzare diabolicamente i benpensanti e più addentro in una sensibilità sonora e carnale della parola. (…) La sua voce ci ha fatto sentire che cosa veramente significa la frase frusta e abusata: ‘immortalità dei classici’.” | |
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| • 2004 | Ariane 
        Mottola PALCO & PLATÉIA / BRASILE 06/2004 | “Dalla 
        sua formazione come mimo, Matteo trae l’idea che il gesto debba 
        essere reinventato, pertanto non imita letteralmente le gestualità 
        naturali, ma suggerisce, indica, sottintende, fa immaginare.  Con differenti forme di andamento e gestualità, movimenti cadenzati e intonazioni vocali, crea personaggi pieni di vita. | 
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| • 2002 | Paolo 
        Petroni  | “La 
        lingua di Giorgio Manganelli, nella sua ricercatezza e letterarietà, 
        nel suo parafrasare e ricreare ironicamente, ha una sua connaturata teatralità, 
        una sua forza e presenza scenica.  Risulta evidente quando a darle corpo è un attore come Matteo Belli, anche lui ironico giocoliere con le parole e i loro suoni, cui presta toni, colori, suggestioni, sottolineature, sottrazioni. Con lui una Katia Pietrobelli capace di echi e vibrazioni inquietanti e suggestive. (…) In scena due baldacchini contrapposti che racchiudono l’essenziale scrivania di Amleto e stoffe e panneggi del boudoir della principessa, in cui due solitudini creano questo dialogo a distanza in cui perdersi tra invenzioni, contaminazioni linguistiche e letterarie.” | 
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| Stefania 
        Mottola  IL TEMPO 22/11/2002 | “Il 
        palco, materialmente nudo, è invaso dalla magia interpretativa 
        di un unico attore che rievoca paesaggi e realtà lontane.  Attraverso la brillante mimica e la straordinaria recitazione, Matteo Belli, in ‘Genti, intendete questo sermone’, dà vita, riportandoli sulla scena, a testi letterari dimenticati nell’antica epoca medievale.” | |
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| Rossella 
        Battisti L’UNITÀ 18/11/ 2002 | “Attenzione, 
        avvistato a Roma un tornado di bravura: si chiama Matteo Belli (…) 
        un concentrato di adrenalina attoriale, bufera gestuale, un tornado giullaresco 
        in grado di metterti in piedi uno spettacolo a quattro dimensioni che 
        porta il Medioevo ai nostri giorni (…)  Di Belli si è già parlato come di un nipotino di Dario Fo. Definizione lusinghiera, ampiamente veritiera, ma che potrebbe limitarlo: Matteo è una polveriera di talenti, fonici e mimetici.” | |
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| Titti 
        Danese SIPARIO | “Matteo 
        Belli, narratore di straordinarie capacità comunicative, affabulatore 
        di talento, dà voce e corpo ai versi virgiliani (…) per sottolineare 
        la vocalità che si fonde con il ritmo musicale fino a dare alla 
        parola una straordinaria dignità scenica, in una sorta di magica 
        alchimia con il corpo dell’attore. (…) Immagini di struggente 
        bellezza e dolore sottolineate dalla luce che ne delinea i contorni plasmandoli 
        in eleganti visioni mentre dal vivo le note di un pianoforte (eseguite 
        da Paolo Vivaldi, autore anche delle musiche) e quelle di un violino e 
        di un violoncello evidenziano il gioco sinfonico che sostiene l’affabulazione 
        dell’attore.” | |
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| Valerio 
        D’Annunzio  F DUEMILA 07/2002 | “Notevole 
        la capacità nell’uso dei risuonatori da parte del protagonista 
        che sfocia in una virtuosistica e diplofonica partitura vocale proprio 
        nella guida dell’eroe virgiliano: la Sibilla” | |
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| Sergio 
        Colomba  IL RESTO DEL CARLINO 09/05/ 2002 | "Del 
        protagonista-autore, che aveva a suo tempo mosso i primi passi come mimo 
        e fantasista, basta scorrere il curriculum per avere il senso di scelte 
        sempre coerenti e mirate; nell'ambito di una ricerca già matura 
        sull'espressività e la corporeità della parola poetica si 
        può inserire anche questo Concerto, creazione tutt'altro che scontata 
        e anzi tesa da un'originale e avvolgente pienezza comunicativa. (…) 
        Il pericolo della declamazione, è bene chiarirlo subito, non verrà 
        neppure sfiorato da lontano." | |
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| • 2001 | Arlette 
        Neyens  EL PIONERO DE VILLA LA ANGOSTURA / PATAGONIA, ARGENTINA 10-11/2001 | “Una 
        serata indimenticabile per gli amanti del teatro. La magia di una maschera 
        teatrale invidiabile. E a questo aggiunge una voce potente e fine, la 
        cui gamma registra i toni di un mezzosoprano, passando per il tenore per 
        arrivare al baritono. Le finezze delle espressioni dell'anima umana sono 
        possibili perché Belli non solo governa il mestiere dell'attore 
        con sottigliezza da maestro, ma anche perché la sua interpretazione 
        nasce da uno spirito raffinato, lucido, tenero e sofferente di fronte 
        alla misera condizione umana. Belli è un'anima tenera che utilizza 
        l'ironia, il riso e la giulleria per poter sopravvivere in mezzo a tanta 
        sordità.” | 
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| Anna 
        Valerio L'ARENA - IL GIORNALE DI VERONA  11/06/2001 | “Belli 
        ha il piglio dell'affabulatore, la violenza espressiva di un carattere 
        appassionato, lo stile del classicista. Ha saputo mettere in opera una 
        macchina scenica - tre musicisti (Paolo Vivaldi, Teresa Ceccato, Elena 
        Lera) e se stesso - capace di trascorrere dai fiumi di sangue ai Campi 
        Elisi senza inceppi. Ma se il filo non si rompeva e il ritmo restava costante 
        e progressivo, l'espressione rendeva ogni tappa irripetibile. Belli ha 
        avuto la perizia, pur costringendo il proprio volto a smorfie estreme, 
        di aver smorzato ogni volta che c'era da smorzare. (…) Allora veramente 
        era palpabile, sulla ribalta, quell'equilibrio che è la password 
        del Paradiso virgiliano.” | |
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| • 2000 | Susana 
        Freire  LA NACION / ARGENTINA 21/11/ 2000 | “Al 
        di là di una voce che gli permette di assumere cambi di registro 
        e di tono, presenta una eloquente duttilità corporea: lo strumento 
        espressivo per eccellenza. E' qui che assume rilevanza la tecnica giullaresca 
        nel dividersi in molteplici personaggi a partire da un lavoro con il corpo 
        e con la voce (…) mediante una magica metamorfosi.” | 
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| • 1999 | Cristina 
        Cossu L'UNIONE SARDA  05/06/1999 | “In 
        realtà è un fenomeno curioso: ha inventato una lingua; maccheronica 
        e dialettale, gustosa e incredibilmente espressiva, ha un corpo di gomma, 
        una gestualità e una mimica facciale fantastiche, una comicità 
        surreale e naturale, è allo stesso tempo uomo e oggetto, carnefice 
        e vittima, esilarante e tristissimo.” | 
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| • 1996 | Mara 
        Varoli GAZZETTA  DI PARMA 09/12/ 1996 | “È 
        certo che si tratta di un giullare in cerca di un nuovo teatro popolare. 
        Poetico, travolgente e geniale, Matteo Belli è un artista con l' 
        “A” maiuscola.  Il suo spettacolo ha incantato il pubblico: al di la della comicità sostanziale, Belli ha stupito lo spettatore per l'alto livello teatrale: una poesia che ha saputo commuovere e far sorridere per quasi due ore.” | 
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| Maurizio 
        Nicita LA GAZZETTA DELLO SPORT 15/11/ 1996 | “Belli 
        mostra grandi capacità reggendo da solo la scena per oltre cento 
        minuti. Nel suo spaziare da Adamo ai rasoi elettrici, il monologo su Piloni 
        è tra i più riusciti.  Regge il paragone con la famosa ode a Beccalossi di Paolo Rossi. | |
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| Simona 
        Morgantini HYSTRIO  10-12/1996 | “Giovane 
        attore di grande versatilità: interpreta circa sessanta personaggi, 
        usa correttamente venti dialetti e grammelot in un linguaggio che fonde 
        l'arte affabulatoria italiana, la commedia dell'arte, l'ironia di Woody 
        Allen e sofisticate tecniche mimico-gestuali.” | |
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| • 1995 | Tullio 
        Tamanini TRIESTE OGGI 13/01/1995 | “Uno 
        spettacolo che ha dimostrato ancora una volta come si possono ottenere 
        degli ottimi risultati senza disporre di grossi mezzi ma solo con una 
        grande dose di entusiasmo e bravura. Non è difficile pronosticare 
        a Matteo Belli una carriera nel mondo dello spettacolo.” | 
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| Liliana 
        Bamboschek  IL PICCOLO 08/01/1995 | “Belli 
        è un nipotino moderno di Dario Fo: è uno straordinario affabulatore 
        che tiene scena e fa tutto da solo. Il palcoscenico resta vuoto e lui 
        lo domina con la sua scattante mobilità fisica e una mimica eccezionale 
        senza mai fermarsi né perdere un colpo, con lo stile di un grande 
        attore fantasista.” | |
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| • 1994 | Nico 
        Garrone  LA REPUBBLICA 30/12/1994 | “Aveva 
        trionfato in una corrida di “Riso in Italy” qualche anno fa 
        senza quasi aprire bocca. Senza aver perso per strada nulla della sua 
        fregolistica capacità d'immedesimazione e d'imitazione fantastica, 
        il nuovo Belli è diventato un affabulatore di storie umane e divine.” | 
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| Franco 
        Quadri  LA REPUBBLICA 7 10/1994 | “Bravo 
        soprattutto nel calarsi all'inizio con velocità supersonica in 
        un esilarante monologo esistenziale.” | |
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| Masolino 
        d'Amico  LA STAMPA 25/09/1994 | “Vero 
        acrobata della dizione.” | |
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| Gianna 
        Gelmetti SIPARIO   05/1994 | “Disponendo 
        solo di un corpo e di una voce usati con prodigiosa duttilità e 
        fantasia inesaurita, Matteo Belli lasciato a se stesso lascia senza fiato. 
        Non c'è scuola che possa insegnare certe effervescenze, certe capacità 
        imitative e soprattutto quell'inventiva nel creare situazioni paradossali.” | |
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| • 1991 | Marco 
        Caporali L'UNITÀ  07/ 12/1991 | “L'evento 
        da non perdere (stasera) è la performance del grande mimo Matteo 
        Belli, in grado di trasformarsi in biglietto da diecimila lire destinato 
        all'apposita macchina in cambio di benzina. Con volto impassibile e gestualità 
        calibratissima, Belli è un autentico prodigio antropomorfo sia 
        che assuma la fisionomia della candela o che reciti la parte del pollo.” 
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