Un giorno di novembre del 1991, acquistando in farmacia
un medicinale per una forma allergica, mi accorsi che tra le sostanze
componenti il farmaco ve n'era una dalla curiosa provenienza: tale “formica
rubra”.
Ora, che l'uomo abbia imparato ormai da secoli a setacciare l'intero
globo terracqueo per i propri esclusivi ed egoistici scopi, be'…
è sicuramente una storia vecchia quanto il mondo ma che fosse
riuscito a rompere le scatole persino ad un essere così minuscolo
quale la formica rossa, sinceramente era una cosa che non mi era mai
capitata di vedere.
Qual era quella sostanza così preziosa per l'uomo che solo la
formica rossa poteva fornirgli?
Come si erano svolte le trattative?
In quali termini contrattuali si era potuta concludere una simile vicenda?
Queste, alcune delle domande che mi misero in viaggio, alla scoperta
di questa storia.
La cronaca che ne è scaturita è uno spettacolo in forma
di monologo giullaresco, narrata in una lingua maccheronica che assorbe
variegati umori dialettali dell'area veneto-padana, mescolando il tutto
in una fusione linguistica improbabile ma teatralmente possibile, che
non esclude mai lo spettatore italiano da un rapporto di comprensione
pressoché immediata.
L'impianto narrativo metaforico-grottesco è diffusamente nutrito
di accenti comico-realistici, proteso al racconto di una storia moderna
attraverso strumenti dall'origine antica. •
durata:
55 minuti
•
scheda
_-tecnica:
Spazio scenico: • palcoscenico
all'italiana, con quintatura nera prospettica.
Impianto luci: • n°
1 tubo di wood • n°
12 P/C 1000W • n°
2 sagomatori ETC 550 ottica adeguata alla sala • mixer
e dimmer min. 12 Ch. • caveria,
americane e supporti di sala adeguate alle necessità dello spazio
scenico
Impianto fonica: • mixer
4 + 4 Ch., ingresso effetti e aux • lettore
CD • casse
e caveria adeguate alla sala