Il florilegio di fiabe scelte intende offrire esempi
distinti delle varie aree geografiche italiane, del nord, del centro,
del sud.
Su questo criterio di fondo si costruisce la selezione di brani per
uno spettacolo dedicato al grande patrimonio favolistico della tradizione
orale italiana, metabolizzata dal recupero letterario che s'innesta
sull'impianto dialettale d'origine; ecco perché la chiave interpretativa
offerta dall'attore Matteo Belli tende a non dimenticare il carattere
popolare dei testi, pur accogliendo sostanzialmente le scelte di traduzione
operate nella versione italianizzata.
I temi proposti all'attenzione dello spettatore sono, come nella migliore
tradizione favolistica, d'interesse universale e tali da coinvolgere
un pubblico assolutamente eterogeneo (di grandi e piccini), nel coniugare
gli aspetti più apertamente comici ad altri, legati ad un antico
gusto per l'apologo morale o per una narrazione non priva di toccanti
accenti drammatici e di suggestivi echi di un epos ritenuto minore ma
mai banale.
Fondante è inoltre la scelta di “concertare” la voce
dell'attore in una partitura in cui la musica, lungi dal “fare
da sottofondo” interpreta un insostituibile ruolo di coprotagonista
narrativo, in un dialogo continuo con la parola, alla ricerca di un
accordo tra suoni e testo che renda tangibile all'orecchio dello spettatore
il gusto sinfonico per la fusione evocativa di linguaggi eterogenei
che lega i due interpreti, Belli e Vivaldi, in un'appassionata ed ormai
annosa collaborazione.