seminario
per attori
SUONARE
LA VOCE
Un seminario dedicato allo studio della vocalità parlata quale organo espressivo atto a potenziare le qualità “sinfoniche” dell’attore, sia come capacità di relazione tra il corpo e la voce, sia come sviluppo di una “tavolozza” ampia, variegata, “orchestrale” di strumenti sonori. La serie di esercizi si compie con un lavoro sul testo inteso come partitura ricca e complessa, da leggere in verticale oltre che in orizzontale, per ricercare e far suonare insieme, “sinfonicamente”, le distinte qualità timbriche, tonali, ritmiche, dinamiche che il testo contiene in ogni parola, in ogni sillaba, in ogni fonema.
   
I semi del lavoro svilupperanno: l’equilibrio corporeo come ricerca di un centro dinamico di bilanciamento tra terra, cielo, orizzonte e provenienza – gli impulsi motori – la relazione con lo spazio – la relazione con gli altri – principi dell’azione fisica – principi del “dialogo” – il rapporto tra energia corporea ed energia vocale – differenti tipi di respirazione – le qualità del suono vocale: conoscenza e utilizzo dei risonatori – l’articolazione della pronuncia – la coscienza e il controllo tonale – la coscienza e l’utilizzo dell’accento tonico – il lavoro sul ritmo del testo – il lavoro sulla dinamica del testo – la musicalità della voce parlata: voce solista e voce con musica – la voce come strumento narrativo – la glossolalia e il grammelot – la rappresentazione figurativa della voce nello spazio: geometrie vocali e maschere vocali – la ricerca del personaggio vocale – il lavoro sul testo.
   
Nei seminari strutturati in 6 ore di lavoro quotidiano per una durata complessiva di almeno 36, si prevede una prima parte di training fisico e pneumofonico di 2 ore al giorno.
   
Prima d’iniziare ogni partecipante deve scrivere una lettera di motivazioni personali dal titolo “Perché voglio fare questo seminario?”
   
spazio: a partire da un minimo di 50 mq, per un’altezza minima di 3,5 mt
   
durata
_-minima:
36 ore totali
   
numero dei
_-partecipanti:
da 8 a 16
   
obbligo di
_-frequenza:
non si accettano più di 2 assenze
   
  N.B.:
ogni partecipante deve portare un bastone di legno di circa 1,10 mt. + un testo, a memoria, in lingua madre, di circa 50 parole + un testo, a memoria, in una lingua straniera totalmente sconosciuta, di circa 50 parole
   
download  

 
   

conferenza
LA PAROLA SCENICA:
L'EREDITA' GIULLARESCA

L’interpretazione è sempre un atto di conoscenza storica che varia al variare del punto di vista dell’interprete.
Lo stesso testo cambierà a seconda del momento interpretativo.

 
    Ecco perché possiamo parlare di storia (e quindi d’interpretazione) adottando l’equazione:
 
 
 
 
Nel riflettere sulla natura della parola scenica, possiamo adottare, per il verbo “interpretare”, una sorta di paradigma costituito di 3 piani che, in successione logica, possiamo definire:
 
  1)
Il piano ontologico, che si pone la domanda: “che cos’è la parola scenica?”, a cui segue una risposta etica, secondo cui la parola scenica “è la trasformazione della parola scritta in parola multisensoriale, creatura vivente, nello spazio e nel tempo della performance, per mezzo di un metabolismo organico e concettuale”. L'essenza di questa operazione è dunque quella della metamorfosi che si compie nel passaggio da una sostenza all'altra
 
  2)
Il piano teleologico, che si chiede “a chi si dirige, qual è il fine della parola scenica?”, a cui fa riscontro una risposta politica, che dice “agli spettatori presenti nello stesso spazio – tempo della performance”. “L’esecuzione è pubblicità. È un atto di rifiuto della privatizzazione del linguaggio che è alla base della nevrosi.” (Paul Zumthor, “La presenza della voce”)
 
  3)
Il piano pragmatico, che si domanda “come si realizza la parola scenica?”, a cui fa seguito una risposta poetica che prevede “il lavoro interpretativo della parola scenica, intesa come luogo d’incontro e di profonda relazione tra corpo, voce e psiche (nel senso più ampio di 'anima').” Diciamo risposta poietica e non tecnica, assumendo dal verbo greco (poiéo), il significato di un fare che implica una concezione attuativa e non "semplicemente" una messa in opera di capacità febbrili. Quindi, quella dell’”attore sinfonico”, oltre che una poetica, è una prassi operativa che aldilà del suddetto rapporto “sinfonico” tra corpo e voce, mente e anima, si propone lo sviluppo della più ampia quantità possibile di strumenti espressivi della parola scenica. Ovvero, l’attore inteso come macchina orchestrale contro l’attore inteso come strumento solista. Inoltre, l’attore come antenna sensibile capace di captare dall’infinito ogni sorta di vibrazione, da trasmettere agli altri. Ma con attore “sinfonico” s’intende anche quel sistema complesso, ma unitario e organico, di competenze interpretative (quindi anche autoriali), che definiscono l’individuo scenico come una sorta di Compagnia uninominale, nella molteplice ricchezza delle sue capacità e lo rendono responsabile o “artefice” di un processo autonomo, in cui l’essere umano sia l’essenza e la misura del lavoro creativo.
 
 
L’eredità giullaresca gioca un ruolo fondamentale in questo percorso, per la natura dei testi di ambito giullaresco e popolare di età medioevale, scritti appositamente per la rappresentazione scenica, quindi intrisi di pigmento drammaturgico e nati per far agire la parola nello spazio della comunicazione diretta, sociale, “politica” con il pubblico. Questo principio può e deve essere successivamente applicato a qualsiasi interpretazione scenica rispettando le differenze (a volte profonde) fra i testi, gli autori, gli stili e le singole forme di scrittura di qualsiasi epoca, di qualsiasi luogo.
 
  durata
60 minuti
   
download  
 
 

una dimostrazione
di lavoro dell'attore
sul testo letterario
LA PARTITURA RAPSODICA
[…] Nel significato tradizionale, la prosodia è lo studio delle regole metriche, specialmente greco-latine. Nelle prospettive attuali della linguistica e della semiotica i fenomeni prosodici costituiscono la base “naturale” su cui si inseriscono le manipolazioni stilistico-strutturali del metro e del ritmo poetici e in generale le articolazioni melodiche della scrittura letteraria. Nella linguistica moderna i fenomeni prosodici sono il timbro dei suoni, l’altezza, l’intensità, la durata e, soprattutto, l’intonazione (variazione d’altezza dei suoni relativa a gruppi sintattici o frasi) e l’accento. […]”
   
 
Con queste parole Angelo Marchese, nel suo “Dizionario di retorica e stilistica”, amplia il concetto di prosodia classica, ridefinendolo alla luce delle più recenti acquisizioni concettuali della linguistica moderna.

   
 
La presente dimostrazione di lavoro opera, a partire dai 16 versi della poesia “S. Martino” di Giosuè Carducci, una disamina del metodo di lavoro basato sulla partitura, detta prosodica, con cui l’interprete – autore riscrive o soprascrive il testo originale con la propria scrittura interpretativa.
   
 
La partitura prosodica si compone di 6 partiture sovrapposte: intenzionale, timbrica, tonale, testuale, ritmica, dinamica, le quali conferiscono al testo una dimensione di lettura verticale, risultante del complesso stratigrafico delle varie indicazioni di timbro, altezza, intensità, ritmo, durata ecc. che si attribuiscono ai distinti elementi del testo (frase, verso, parola, sillaba o fonema).
   
   
Questa lettura armonica, verticale, si somma alla lettura orizzontale, melodica e ne amplia le potenzialità espressive conferendole profondità d’indagine e maggior ricchezza di elementi connotativi.
   
 
Verso per verso, respiro per respiro, Matteo Belli conduce chi assiste lungo il percorso testuale, motivando ogni singola scelta interpretativa, nel tradurre la parola letteraria in parola orale con la voce dell’attore, strumento artigianale di trasformazione della sostanza verbale, dalla carta alla vita della scena.
   
 
Particolarmente approfondita è l’analisi della partitura timbrica, che presenta l’utilizzo di 18 risonatori basilari per mezzo di filmati delle corde vocali, mostrandone il funzionamento nei diversi stati dell’attività fonatoria.
   
 

esigenze
_-tecniche:

1 schermo bianco + 1 videoproiettore (a cui collegare 1 computer)
 
  durata:
3 ore circa
   
download